Lula sfida il dollaro con la moneta unica dei Brics. Le ripercussioni sulla guerra in Ucraina e sulle tensioni tra Nato e Russia
Il presidente brasiliano propone una valuta comune per i Paesi emergenti, in alternativa alla moneta statunitense. Quali sono le possibili conseguenze per il conflitto nel Donbass e per il rapporto tra Mosca e l'Alleanza atlantica?
Davide Sarno
Il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, ha annunciato sui social che proporrà l'uso di una moneta comune tra i Paesi membri del Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) riuniti per il loro vertice annuale a Johannesburg da domani al 24 agosto. Questa valuta "consentirà maggiori scambi tra Paesi come il Brasile e il Sudafrica senza dipendere dalla valuta di un Paese terzo", ha affermato il leader progressista riferendosi al dollaro¹². "La cooperazione tra i Paesi del sud del mondo è essenziale per affrontare le disuguaglianze, la crisi climatica e per un mondo più equilibrato ed equo", ha aggiunto Lula, che vorrebbe incorporare nei Brics, tra le altre nazioni, Arabia Saudita e Argentina, mostrandosi inoltre favorevole anche all'ingresso dell'Iran.
La proposta di Lula rappresenta una sfida al predominio del dollaro come valuta di riserva internazionale e come mezzo di pagamento per le transazioni commerciali e finanziarie. Il dollaro è infatti la moneta più usata al mondo, con una quota del 59% delle riserve ufficiali detenute dalle banche centrali e del 88% dei pagamenti internazionali. Il suo ruolo è legato alla forza economica e militare degli Stati Uniti, che possono esercitare pressioni politiche ed economiche sui Paesi che usano il dollaro o che dipendono dal sistema finanziario statunitense.
La creazione di una moneta unica dei Brics potrebbe quindi avere delle ripercussioni sullo scenario geopolitico mondiale, in particolare sulla guerra in corso in Ucraina e sulle tensioni tra la Nato e la Russia. Il conflitto nel Donbass è infatti una manifestazione della rivalità tra Mosca e Washington per il controllo dell'Europa orientale e della sicurezza energetica del continente. La Russia sostiene militarmente e politicamente i separatisti filorussi delle regioni di Donetsk e Lugansk, che si sono proclamati indipendenti dall'Ucraina nel 2014, dopo la rivoluzione di Maidan che ha portato al potere a Kiev un governo filo-occidentale. L'Ucraina, invece, riceve il sostegno degli Stati Uniti e della Nato, che le forniscono assistenza militare e diplomatica. Il conflitto ha causato oltre 14 mila morti e oltre un milione di sfollati.
La guerra in Ucraina si è intensificata nel febbraio 2022, quando la Russia ha lanciato un'offensiva militare su vasta scala, invadendo il territorio ucraino e occupando parte delle regioni di Kherson, Zaporizhzhia e Dnipropetrovsk. L'obiettivo di Mosca era quello di creare un corridoio terrestre tra la Russia e la Crimea, la penisola annessa dalla Russia nel 2014. L'Ucraina ha reagito con una controffensiva, sostenuta dagli Stati Uniti e dai loro alleati europei, che hanno inviato rinforzi militari nella regione. La situazione è ora in stallo, con entrambe le parti che si accusano reciprocamente di violare il cessate il fuoco stipulato a Minsk nel 2015.
La proposta di Lula di una moneta unica dei Brics potrebbe avere delle conseguenze sia sul piano economico che su quello politico per la guerra in Ucraina. Sul piano economico, una moneta comune dei Brics potrebbe ridurre la dipendenza dei Paesi emergenti dal dollaro e dal sistema finanziario statunitense, aumentando la loro autonomia e la loro capacità di resistere alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dai loro alleati. La Russia, in particolare, potrebbe beneficiare di una maggiore integrazione economica con i Paesi del Brics, che rappresentano i suoi principali partner commerciali e i suoi maggiori acquirenti di energia. Una moneta unica dei Brics potrebbe anche favorire lo sviluppo di progetti infrastrutturali e di cooperazione tra i Paesi emergenti, come la Nuova via della seta promossa dalla Cina, che mira a collegare l'Asia con l'Europa e l'Africa.
Sul piano politico, una moneta comune dei Brics potrebbe rafforzare il peso e l'influenza dei Paesi emergenti sullo scenario internazionale, creando un polo alternativo a quello dominato dagli Stati Uniti e dai loro alleati. La Russia, in particolare, potrebbe sfruttare la sua appartenenza al Brics per cercare di rompere l'isolamento diplomatico in cui si trova a causa della sua aggressione all'Ucraina e delle sue ingerenze in altri conflitti, come quello in Siria. Una maggiore solidarietà tra i Paesi del Brics potrebbe anche rendere più difficile per gli Stati Uniti e per la Nato esercitare pressioni politiche ed economiche sulla Russia, che potrebbe contare sul sostegno dei suoi partner emergenti.
Tuttavia, la proposta di Lula di una moneta unica dei Brics presenta anche delle sfide e delle difficoltà. Innanzitutto, non è chiaro se tutti i membri del Brics siano favorevoli all'idea di una valuta comune, che richiederebbe una forte coordinazione delle politiche economiche e monetarie tra Paesi diversi per dimensione, struttura e livello di sviluppo. Inoltre, una moneta unica dei Brics dovrebbe essere accettata e utilizzata da altri Paesi e da altri attori economici, come le imprese e le istituzioni finanziarie, per poter competere con il dollaro. Infine, una moneta unica dei Brics potrebbe anche creare delle tensioni e dei conflitti tra i Paesi emergenti e gli Stati Uniti e i loro alleati, che potrebbero percepire la proposta di Lula come una minaccia al loro ruolo egemonico nel mondo.
Commenti
Posta un commento