Gesù di Nazareth: una figura storica confermata da fonti non cristiane
Molti cristiani credono che la Bibbia sia l'unica fonte scritta che attesti l'esistenza di Gesù di Nazareth, il fondatore del cristianesimo.
Davide Sarno
Tuttavia, ci sono anche altre testimonianze di autori non cristiani che menzionano Gesù e alcuni aspetti della sua vita e della sua morte. Queste fonti sono importanti perché mostrano che Gesù non era solo un personaggio mitologico o leggendario, ma una figura storica che ha avuto un impatto sulla storia e sulla cultura del suo tempo.
Tra le fonti non cristiane più antiche e rilevanti che parlano di Gesù ci sono:
- Flavio Giuseppe, uno storico ebreo che visse tra il 37 e il 100 d.C. Nella sua opera Antichità Giudaiche, scritta intorno al 93 d.C., Giuseppe cita Gesù due volte. La prima volta lo descrive come un "uomo saggio", autore di "opere straordinarie", maestro di "uomini che accolgono con piacere la verità" e che "attirò a sé molti Giudei e anche molti dei greci". Aggiunge anche che fu crocifisso da Pilato, ma che i suoi seguaci non cessarono di amarlo e che egli apparve loro al terzo giorno "nuovamente vivo", secondo le profezie dei "divini profeti". Questo passo è noto come il Testimonium Flavianum ed è oggetto di dibattito tra gli studiosi, perché alcuni ritengono che sia stato interpolato da uno scriba cristiano per esaltare Gesù. La seconda volta Giuseppe menziona Gesù in relazione a suo fratello Giacomo, che fu lapidato dal sommo sacerdote Ananìa. Questo passo è generalmente considerato autentico e conferma l'esistenza di Gesù e del suo legame familiare con Giacomo.
- Tacito, uno storico romano che visse tra il 56 e il 120 d.C. Nella sua opera Annales, scritta intorno al 116 d.C., Tacito racconta il grande incendio di Roma del 64 d.C., attribuito da Nerone ai cristiani, che erano odiati dal popolo per le loro "nefandezze". Tacito scrive che i cristiani "derivavano il loro nome da Cristo, che sotto il principato di Tiberio era stato messo a morte dal procuratore Ponzio Pilato". Questo passo è considerato una delle prove più solide dell'esistenza storica di Gesù e della sua condanna a morte da parte delle autorità romane.
Queste due fonti non cristiane concordano con i racconti dei quattro Vangeli canonici del Nuovo Testamento, che narrano la vita, la predicazione, i miracoli, la passione, la morte e la risurrezione di Gesù. I Vangeli sono stati scritti tra il 70 e il 100 d.C., basandosi su testimonianze orali e scritte di chi aveva conosciuto o seguito Gesù. I Vangeli sono considerati fonti primarie per la conoscenza di Gesù, ma non sono documenti storici in senso stretto, perché hanno anche una finalità teologica ed evangelica. Tuttavia, gli studiosi moderni usano vari metodi critici per valutare la storicità dei Vangeli e confrontarli con altre fonti antiche.
In conclusione, possiamo affermare che l'esistenza di Gesù di Nazareth come personaggio storico è ampiamente accettata dalla maggior parte degli storici e degli studiosi, sia cristiani che non cristiani. Le prove storiche non cristiane su Gesù sono limitate ma significative, perché confermano alcuni dati fondamentali sulla sua vita e sulla sua morte, e mostrano anche come egli fosse percepito dalle persone del suo tempo. Le fonti cristiane, invece, ci offrono una visione più ampia e approfondita della personalità, del messaggio e della missione di Gesù, che ha cambiato il corso della storia e ha fondato una religione universale.
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