CBD: un potenziale alleato per la salute mentale

Come il cannabidiolo può aiutare a trattare la schizofrenia, i disturbi dello spettro autistico e l'ADHD

Redazione

La cannabis è una pianta dalle molteplici proprietà, tra cui alcune di interesse terapeutico. Tra i suoi principi attivi, il cannabidiolo (CBD) è uno dei più studiati per i suoi effetti benefici sulla salute mentale. Il CBD è un composto non psicoattivo, che non provoca alterazioni della percezione o dell'umore, ma ha invece azioni antinfiammatorie, antiossidanti, anticonvulsivanti e ansiolitiche. In questo articolo vedremo come il CBD può essere utile per il trattamento di alcune condizioni psichiatriche, come la schizofrenia, i disturbi dello spettro autistico (DSA) e il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD).

CBD e schizofrenia

La schizofrenia è un disturbo mentale grave, che si manifesta con sintomi quali allucinazioni, deliri, disorganizzazione del pensiero e del comportamento, isolamento sociale e deficit cognitivi. La causa della schizofrenia non è ancora del tutto chiara, ma si ritiene che sia legata a un disequilibrio dei neurotrasmettitori nel cervello, in particolare della dopamina e del glutammato. Il trattamento convenzionale della schizofrenia si basa sull'uso di farmaci antipsicotici, che agiscono bloccando i recettori della dopamina. Tuttavia, questi farmaci hanno spesso effetti collaterali importanti, come aumento di peso, diabete, disfunzioni sessuali e movimenti involontari.

Il CBD potrebbe offrire una terapia alternativa o complementare per la schizofrenia, grazie alla sua capacità di modulare diversi sistemi neurochimici coinvolti nella patologia. Il CBD interagisce infatti con i recettori del sistema endocannabinoide, che regola l'omeostasi cerebrale e la neuroprotezione. Inoltre, il CBD ha effetti antagonisti sui recettori della dopamina e agonisti sui recettori del glutammato, bilanciando così l'attività di questi neurotrasmettitori. Il CBD ha anche proprietà anti-infiammatorie e antiossidanti, che possono contrastare lo stress ossidativo e il danno neuronale associati alla schizofrenia.

Gli studi clinici sul CBD e la schizofrenia sono ancora limitati, ma promettenti. Una revisione sistematica del 2015 ha analizzato sei studi controllati randomizzati che hanno confrontato il CBD con un placebo o con un antipsicotico in pazienti con schizofrenia o disturbi psicotici correlati. I risultati hanno mostrato che il CBD ha dimostrato una maggiore efficacia rispetto al placebo nel ridurre i sintomi psicotici e una tollerabilità simile o superiore rispetto agli antipsicotici. Inoltre, il CBD ha migliorato anche alcuni aspetti cognitivi e funzionali dei pazienti.

CBD e disturbi dello spettro autistico
I disturbi dello spettro autistico (DSA) sono condizioni neuroevolutive che si caratterizzano per deficit nell'interazione sociale, nella comunicazione e nel comportamento. I DSA hanno una base genetica ed ambientale e possono manifestarsi con diversi gradi di gravità e variabilità individuale. I sintomi dei DSA possono includere isolamento, ritardo nel linguaggio, ripetitività, iperattività, impulsività, aggressività, autolesionismo, ansia e depressione. Il trattamento dei DSA si basa su interventi psicoeducativi e comportamentali personalizzati, a cui possono essere aggiunti farmaci per controllare alcuni sintomi associati.

Il CBD potrebbe avere un ruolo benefico nei DSA, grazie alla sua azione sul sistema endocannabinoide. Questo sistema è coinvolto nella regolazione di molte funzioni cerebrali, tra cui l'apprendimento, la memoria, l'emozione, il movimento e la neurogenesi. Il CBD potrebbe quindi migliorare la plasticità neuronale, la modulazione dell'umore, la riduzione dell'ansia e dell'aggressività, la facilitazione della comunicazione e dell'interazione sociale nei soggetti con DSA. Inoltre, il CBD potrebbe avere effetti antinfiammatori e neuroprotettivi, che possono prevenire o limitare il danno cerebrale causato da fattori ambientali o genetici.

Gli studi clinici sul CBD e i DSA sono ancora scarsi, ma incoraggianti. Uno studio osservazionale del 2019  ha valutato gli effetti di un estratto di cannabis ricco in CBD in 60 bambini con DSA, che non rispondevano ai trattamenti convenzionali. Dopo sei mesi di trattamento, i ricercatori hanno osservato una riduzione significativa dei sintomi comportamentali, dell'ansia e della comunicazione nei bambini trattati con il CBD, rispetto al gruppo di controllo. Inoltre, il CBD è stato ben tollerato e non ha causato effetti avversi gravi.

CBD e ADHD

Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) è un altro disturbo neuroevolutivo, che si manifesta con difficoltà di concentrazione, iperattività e impulsività. L'ADHD può interferire con il rendimento scolastico, lavorativo e sociale dei soggetti affetti e può essere associato ad altri problemi psicologici, come ansia, depressione, disturbi dell'umore e dipendenze. Le cause dell'ADHD sono multifattoriali e coinvolgono fattori genetici, ambientali e neurobiologici. Il trattamento dell'ADHD si basa su interventi psicoeducativi e farmacologici, che mirano a migliorare le funzioni cognitive ed emotive dei pazienti.

Il CBD potrebbe essere utile per l'ADHD, grazie alla sua capacità di regolare l'attività del sistema nervoso centrale. Il CBD infatti ha effetti rilassanti, distensivi e ansiolitici, che possono contrastare l'iperattività, l'impulsività e lo stress nei soggetti con ADHD. Inoltre, il CBD potrebbe migliorare la funzione esecutiva, la memoria di lavoro e l'attenzione selettiva, che sono spesso compromesse nell'ADHD. Il CBD potrebbe anche prevenire o ridurre il rischio di abuso di sostanze stimolanti o sedative, che alcuni pazienti con ADHD usano per autotrattarsi.

Gli studi clinici sul CBD e l'ADHD sono ancora pochi e preliminari. Uno studio pilota del 2017  ha esaminato gli effetti di un estratto di cannabis sativa con un rapporto THC:CBD di 1:20 in 30 adulti con ADHD. Dopo quattro settimane di trattamento, i partecipanti hanno riportato una riduzione dei sintomi dell'ADHD e un miglioramento della qualità della vita, rispetto al placebo. Inoltre, il trattamento è stato ben tollerato e non ha causato effetti collaterali gravi.

In conclusione, il CBD sembra avere un potenziale terapeutico per la salute mentale, in particolare per il trattamento della schizofrenia, dei DSA e dell'ADHD. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi clinici per confermare l'efficacia e la sicurezza del CBD in queste condizioni e per stabilire le dosi ottimali e le modalità di somministrazione più appropriate.


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