RUBRICA:LE PAGINE DELLA VITA DI MARTINA LANZETTA: BASTAVA CHIEDERE!
BASTAVA CHIEDERE!
Di Martina Lanzetta
Voglio cominciare parlando di un libro dalla tematica più che attuale. Da lettrice accanita, passo da un volume a un altro con una velocità che troppo spesso sorprende anche a me. Questa volta, mi è capitato tra le mani “BASTAVA CHIEDERE!”, della fumettista Emma. Già l’introduzione di Michela Murgia è una gran bella premessa.
“Per molte di noi vedersi in questo libro sarà una rivelazione, per altre un dolore, per tutte un’opportunità preziosa”, scrive la Murgia tra le varie cose.
Ma di che si parla? Di femminismo. Sono narrate ben dieci storie di femminismo quotidiano, le quali mostrano un’altra faccia della realtà. Quello che troppo spesso è considerato “normale” nella vita di tutti i giorni di una donna, in realtà non lo è. Ovvero?
Un esempio è dato dal fatto che tutte le responsabilità della famiglia e della casa sono automaticamente addossate alla donna/compagna/moglie ecc.
Il doversi occupare di tutto e pensare sempre a ciò che c’è da fare è definito carico mentale. Un carico che, invece, troppo spesso non riguarda gli uomini.
Nel 2023 dobbiamo ancora fare questo tipo di disparità, senza renderci conto che ad occuparsi della casa e della famiglia deve essere la coppia e non solo un membro fra i due?
Tra gli altri argomenti toccati, troviamo: la disparità fra l’uomo e la donna nel mondo del lavoro, l’insoddisfazione femminile nei rapporti sessuali, la dipendenza dai propri compagni di vita, e persino la scoperta dell’apparato genitale femminile senza tabù.
Ma ciò su cui voglio soffermarmi è il capitolo 6 “Non va bene, ma…”
L’autrice narra di una vicenda personale, avvenuta quando era ancora bambina, che riguarda il rapporto con il fratello della sua tata. L’uomo era nei suoi confronti fin troppo amorevole, tanto da provocarle grossi disagi. Ma questo comportamento era considerato normale dagli adulti che le stavano attorno, infatti scrive: “Ed ecco come un adulto ci ha insegnato a 8 anni che era normale che un uomo punzecchiasse le ragazze, soprattutto se gli piacevano…”
Da qui lo spunto per passare a un altro argomento, non troppo distante dall’altro.
“Sapevamo che forzare qualcuno era una brutta cosa. Ma ci avevano detto che quelli che agivano così (cioè gli aggressori sessuali) erano degli sconosciuti. Necessariamente brutti, violenti e che si nascondevano nei parcheggi o nelle stradine buie”.
Altro episodio della sua giovinezza: il suo fidanzato dell’epoca non era di certo uno sconosciuto, non era brutto e neanche violento, “era un ragazzo qualunque, con tendenze abusive cresciuto in una cultura che lo aveva incoraggiato a metterle in pratica”.
Non ne ho voglia.
Ma io sì. E tu vuoi che restiamo insieme, no?
Ecco. Non bisogna andare troppo lontano, e in questa circostanza mi sento di affrontare il tema della violenza sessuale, o in generale della costrizione, proprio per quanto avvenuto a Palermo nei primi di luglio.
Palermo è la mia città, la mia casa. La Sicilia è la mia terra.
Ciò che è successo ha sconvolto l’intero paese. Sappiamo che non è ancora finita, la gente ha paura.
Mi fa impressione avere la consapevolezza che questo fatto sia avvenuto proprio nei luoghi che frequento da sempre. Forse impressione è il termine sbagliato. Mi fa male, è questa la verità. Da donna mi sono sentita le gambe spezzate e il cuore infranto.
Non si può accettare una realtà così cruda. È impossibile che sia vero, mi dico da settimane. Il vero problema è la nostra società, rendiamocene conto… introduciamo l’educazione sessuale a scuola, per esempio.
Io non sono carne, lei non è carne. Siamo persone con una dignità.
Un piccolo passo per dirigerci verso un miglioramento? Leggere questo libro.
Come ha scritto Michela Murgia: “è tuttavia agli uomini che questo testo va fatto leggere, perché mette bene in chiaro dentro a quale enorme vantaggio sociale si trovino a vivere per il solo fatto di essere figli, compagni o fratelli di donne che sono cresciute per pensare a loro prima che a se stesse. Regalatelo a tutti: colleghi, padri, compagni, amici, fratelli, mariti delle vostre amiche, tutti. Mettetelo in mano a ogni singolo uomo che conoscete, perché la rivoluzione della reciprocità non sarà compiuta fino al giorno in cui metteremo a desiderarla tutti insieme”.
Pensiero che condivo perfettamente.
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