LA VERA SALERNO di Rita Peluso
SALERNO RIMA D’INVERNO…
Salerno, rima d'inverno,
o dolcissimo inverno.
Salerno, rima d'eterno.
Alfonso Gatto
Una poesia di Alfonso Gatto, poeta e scrittore salernitano. Salerno, tre versi soli, intrecciati in una rima che ne fa un unico compendio, sono le immagini e le sensazioni trasmesse dalla sua città natale. L'inverno dolce e l'eterno, in antitesi tra di loro giacché l'inverno è la metafora della tristezza. Una dolce tristezza, dunque, è il suo pensiero per la sua città lontana, è la dolce nostalgia del poeta.
Se il grande poeta salernitano Alfonso Gatto ci ha donato gli indimenticabili versi, un altro poeta salernitano Alfonso Gargano, con la sua pubblicazione lirica, “La mia Salerno in rima baciata”, ci dona eterne rime baciate in onore della sua e nostra amata città. E’ quasi un album poetico di dolci (ma anche nostalgici) ricordi, di foto della sua città natale e della sua vita.
Due poeti lontani dalla loro amata terra, Salerno, che con nostalgia celebrano le bellezze della città, come noi cittadini salernitani che non abbiamo perso la memoria della Salerno di un tempo e con amara nostalgia guardiamo al passato, pensando con grande rammarico ciò che poteva essere oggi Salerno, se amata e rispettata.
Salerno è stata baciata dalla Natura, ma tradita dai vari amministratori succedutosi negli anni, ognuno ha cercato di dare un’impronta alla città o meglio l’espressione del proprio “ego”, lontano dalla città.
Purtroppo, una città preda di speculazioni edilizie che hanno sviluppato in modo inadeguato, soprattutto la Salerno orientale, Torrione, Pastena, Mercatello, Mariconda, erano gli anni post alluvione, la necessità di dare una casa agli sfollati, far crescere nuovi quartieri visto anche l’aumento demografico, la venuta di molti cittadini provenienti dalla provincia. Era il tempo in cui le normative in materia urbanistica erano diverse, ante 67.
Ci sono stati anche amministratori che hanno esaltato le bellezze della città, Piazza della Concordia, il lungomare che ha rispettato la linea di costa fino a Spiaggia Santa Teresa, la spiaggia dei salernitani del centro storico, come anche la salvaguardia dei lidi, della spiaggia, del mare in via Ligea, meta non solo dei salernitani, ma anche di tanti turisti, provenienti dalle aree interne della provincia e non.
Lo stesso Jolly Hotel sorto su parte di area demaniale assegnata al Comune di Salerno per sviluppare il turismo fu costruito nel rispetto urbanistico del luogo, il demanio molto attento, pronto ad intervenire nel caso di occupazione illecita di area demaniale, come il nuovo alveo del Torrente Fusandola, deviato in seguito all’alluvione del 1954 a maggior tutela della incolumità dei cittadini, iscritto con DM del 1957 nel “Registro delle Acque Pubbliche”. Si era alla fine degli anni 50, inizio anni 60, all’epoca il Demanio era ancora “amico” di Salerno.
Fino agli anni 70, si è cercato di tutelare la bellezza, il territorio, l’ambiente di Salerno, una città a vocazione turistica, il suo splendido golfo, il mare limpido, spiagge ampie e ben tenute, pulite, fino alla decisione dei nostri politici di costruire il porto commerciale in Via Ligea, lì dove un tempo c’erano i lidi, un’area che in realtà è un’insenatura a ridosso della costiera amalfitana, la “divina”.
Eppure, era in corso uno studio di fattibilità per collocare il porto commerciale a Capitolo San Matteo, il litorale lungo, possibilità di creare il retro porto, era vicino all’area industriale, all’autostrada e alla rete ferroviaria.
La politica, vinse, scelse Via Ligea, con tutte le conseguenze negative al territorio, all’ambiente e ai residenti di Via Ligea. Il mare di Salerno, con l’arrivo delle navi mercantili, i loro scarichi, non fù più limpido, i pesci non arrivavano più a riva a nuotare, incominciò ad inquinarsi, i tanti turisti si allontanarono, scegliendo altre mete. Salerno aveva perso, iniziò il suo declino.
Salerno, 10 settembre 2023
Peluso Rita
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