LA CITTA’ DI IPPOCRATE – HIPPOCRATICA CIVITAS


Alcuni anni fa trovai nel web questo pensiero, non ricordo l’autore, se qualcuno riconosce  queste parole come sue, me ne scuso per l’uso, racchiudono, ahimè, tanta tristezza e amara verità per la nostra amata Salerno.   
“Nella città di Ippocrate niente è come sembra, tutto è come sembra. 
Nella città di Ippocrate il mare, non conta più niente il mare.
Alcuni lo usano per sciacquarsi la bocca, altri per tentare di pulire le proprie luride coscienze, ma resta il sale, nella gola, sulla pelle resta il sale. Nella città di Ippocrate ci sono tantissime lampadine ma dove sono le piante? dove sono finite le palme? sotto lo sguardo vigile del castello, cambia la città di Ippocrate, cresce, di stupro in stupro. La spiaggia, la spiaggia nella città di Ippocrate è diventata un parcheggio e l'odore delle cataste di legno che saliva dai cantieri navali, non si sente più perché lì, lì dove sono nate barche e cresciuti bambini, ora c'è uno spiazzo vuoto dove presto verrà innalzato un enorme e inutile, almeno per il mare, palazzo di cemento armato. Non vi preoccupate, è normale, è il progresso, è il futuro per la città di Ippocrate. Ora arrivano i turisti nella città di Ippocrate quindi smettetela di lamentarvi, smettetela di pretendere, di chiedere, di giudicare, di criticare e soprattutto smettetela, una volta e per tutte, di pensare. A cosa serve pensare che tanto tempo fa, tutto quello di cui aveva bisogno la città di Ippocrate lo si poteva trovare nel mare”. 
Salerno è stata baciata da Nostro Signore, nelle vesti di Madre Natura l’ha dotata di bellezze naturali, che chiunque ci invidierebbe, il mare, lo splendido golfo, i fiumi, le sorgenti di acqua sulfurea e minerale, il verde, le colline, senza dimenticare la storia antichissima, gli etruschi, i romani, i normanni i longobardi, ovunque vi è testimonianza del loro passaggio, l’arte, la cultura anche esse antiche, la Scuola Medica Salernitana (conosciuta in tutto il mondo e apprezzata in tutto il mondo), la prima donna medico, la “medichessa” Trotula de Ruggiero, il nostro bellissimo centro storico, i Palazzi Mondo, Palazzo San Massimo, le antiche chiese, i conventi, il Duomo, le spoglie San Matteo e di Papa Gregorio VII.
Il gonfalone del Comune di Salerno porta la scritta “Hippocratica Civitas” unita nel 1996 all’immagine di San Matteo Apostolo già presente. Devo pensare, ahimè, un’aggiunta ipocrita, visto che nel 2011 il designer Massimo Vignelli disegna il nuovo logo, la “S”, costato all’epoca ben € 200.000,00 al bilancio comunale, in rappresentanza  dell’amministrazione comunale imperante già da 18 anni. Per me un’offesa, posto a fianco del nostro storico stemma sul sito del nostro Comune. Non una denuncia  per tale offesa alla città di Salerno. Ho letto su wikipedia: “brand Salerno per la promozione turistica”. Salerno aveva bisogno del logo e delle lampadine industriali (anch’esse costate tanto al bilancio comunale) chiamate vergognosamente “artistiche”? Di artistico non hanno nulla, né tantomeno il “brand Salerno”, la “S”, non rappresentano Salerno, né la rappresenteranno mai, solo simboli di un’epoca triste per la nostra città, Salerno.
Mi chiedo come si sia potuto arrivare a questo, come i salernitani possano accettare tale offesa e vilipendio alla nostra memoria. Sul panno di San Matteo calato dalla curia il giorno 21 settembre scorso, c’è l’immagine del Santo Patrono, San Matteo, con la scritta “Salerno è mia, la difendo io”.
La tradizione racconta che durante l’assedio dei saraceni alle coste di Salerno, apparve sul mare in cielo, di fronte alla città, San Matteo in difesa dei cittadini, la sua dichiarazione “Salerno è mia, la difendo io”. Questo il motivo anche del saluto al mare del Santo durante la processione, avvenuto sempre a Piazza Cavour (lo ricordo da bambina, erano gli anni 60), posta di fronte alla Provincia, oggi occupata da un orrendo cantiere da ben 9 anni, un altro stupro. Né nessuna altra piazza potrà mai sostituirla, neanche quella voluta dal trentennio.
San Matteo ci ha difeso, ha difeso la sua città, la nostra città, noi cosa stiamo facendo per difenderla dagli scempi e dagli atti predatori trentennali? Abbiamo lasciato fare, abbiamo accettato lo scempio, la devastazione della nostra città, la nostra memoria storica calpestata. Solo pochi cittadini si sono ribellati.
Una città dalle grandi potenzialità, a vocazione turistica, se rivalutate e riqualificate nel rispetto di Salerno avrebbero potuto dare tanto ai Salernitani, invece di farli scappare.
Salerno, 24 settembre 2023
Peluso Rita         




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