LE NEWS DEL GIORNALE DEL BLOG SOCIETÀ NEURODIVERSA 11 SETTEMBRE 2023

 

Il sisma in Marocco
Terremoto, Rabat accetta l'aiuto di quattro Paesi: "Se serve chiederemo ad altri"
Il ministero dell'Interno ha precisato che "in questa fase specifica" interverranno solo Spagna, Regno Unito, Emirati Arabi Uniti e Qatar
 
Terremoto, Rabat accetta l'aiuto di quattro Paesi: "Se serve chiederemo ad altri"


Mentre re Mohammed VI ha chiesto alle autorità e ai cittadini di pregare in tutte le moschee del Regno, monta la polemica per gli aiuti. Il Marocco ha accettato squadre di soccorritori soltanto da quattro Paesi - la Spagna, il Regno Unito, gli Emirati Arabi Uniti e il Qatar - mentre tutte le altre persone che stanno aiutando sono volontarie. 

Il Ministero degli Interni marocchino ha chiarito in un comunicato di aver accettato l'aiuto offerto solo da quattro paesi “in questa fase specifica”, giustificando la sua decisione con la "valutazione precisa" dei bisogni e "tenendo conto che la mancanza di coordinamento in tali situazioni potrebbe essere controproducente". 

In ogni caso, il governo non esclude di chiedere aiuto ad altri Paesi, se necessario: "Con l'avanzamento delle operazioni di intervento, la valutazione dei possibili bisogni potrebbe evolversi, il che consentirebbe di sfruttare le offerte di sostegno presentate da altri paesi amici, secondo le esigenze specifiche di ogni fase". 


Il caso che attira maggiormente l'attenzione è quello della Francia, con un rapporto così stretto a livello politico, diplomatico, storico e sociale con il Paese. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha subito espresso la disponibilità del suo Paese a collaborare. "La Francia è disposta a offrire il suo aiuto al Marocco se il Marocco decide che è utile", ha dichiarato Macron.


Il leader francese ha ricordato che milioni di cittadini francesi hanno radici marocchine e familiari nelle regioni colpite dal terremoto. "Questa tragedia tocca nel profondo il popolo francese", ha detto. "Le autorità marocchine sanno esattamente  cosa può essere inviato, la natura degli aiuti e i tempi. Siamo a loro disposizione. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare. Se richiesti, gli aiuti verranno inviati. Penso che stiamo facendo tutto il possibile", ha assicurato. 

A spegnere ogni polemica è stata poi la ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna: "Il Marocco è un Paese sovrano e spetta a lui organizzare i soccorsi", ha affermato la numero uno del Quai d'Orsay ai microfoni del canale Bfmtv mettendo in chiaro che Rabat non ha "rifiutato alcun aiuto", in particolare da Parigi.

Il caso della Francia non è l'unico,  poiché anche altri paesi come la Turchia hanno offerto il loro aiuto. Il Paese ha un'esperienza molto recente a causa del terremoto del 6 febbraio, che ha causato la morte di quasi 60.000  persone in Turchia e Siria.


Terremoto in Marocco
Da molti Paesi è comunque partita la gara di solidarietà. L'Algeria ha proposto un piano urgente per fornire aiuti, qualora Rabat volesse accettarlo visto i rapporti con i vicini.

L'Italia, tramite il ministro degli Esteri Antonio Tajani, si è detta pronta a inviare aiuti e team sanitari. Come hanno fatto anche gli Stati Uniti.

Per quanto riguarda gli italiani che si trovavano nel Paese durante il terremoto, la Farnesina ha fatto sapere di aver fornito assistenza a 500 connazionali con lo stesso Tajani che segue, in costante contatto con l'ambasciatore Armando Barucco, gli sviluppi della situazione.


“Villaggi rasi al suolo”
Terza notte consecutiva in strada per le strade di Marrakesh, mentre i soldati e le squadre umanitarie internazionali con camion ed elicotteri iniziano a riversarsi nelle remote città di montagna colpite più duramente dal sisma. Il disastro ha ucciso più di 2.100 persone - un numero destinato a crescere. La maggior parte dei morti, 1.351, si trovavano nel distretto di Al Haouz, nelle montagne dell'Alto Atlante, ha detto il ministero.

Il villaggio di Tikht, che un tempo ospitava almeno 100 famiglie, praticamente non esiste più. E' un groviglio di legno, detriti di muratura, piatti rotti, scarpe e tappeti dai motivi intricati. "La vita è finita qui", ha detto Mohssin Aksoum, 33 anni, la cui famiglia vive in questo piccolo villaggio. "Il villaggio è morto." 

Nella regione dell'epicentro sono presenti anche le Ong, che valutano i bisogni, alloggio, cibo e acqua, degli abitanti rimasti in villaggi come Tikht. Secondo l'U.S. Geological Survey, quelle aree sono state scosse nuovamente ieri da una scossa di assestamento di magnitudo 3,9.


La commemorazione
22 anni fa l'attacco alle Torri Gemelle di New York.

Biden presiede la cerimonia dall'Alaska
Il presidente è volato alla base militare di Anchorage, in tutti gli USA vengono ricordate le quasi 3.000 persone morte negli attentati di al Qaeda
 circa un'ora
22 anni fa l'attacco alle Torri Gemelle di New York, Biden presiede la cerimonia dall'AlaskaAssociated Press/LaPresse
Joe Biden arriva ad Hanoi, Vietnam

Negli Stati Uniti oggi è il giorno del ricordo. In migliaia si presso memoriali, caserme dei vigili del fuoco, municipi e campus per ricordare il 22esimo anniversario del più sanguinoso attacco terroristico sul suolo americano. Quasi 3.000 persone persero la vita l'11 settembre del 2001 negli attentati di al Qaeda alle Torri Gemelle di New York e al Pentagono.

Al World Trade Center, dove sarà la vicepresidente Kamala Harris, al Pentagono, dove andrà la first Lady Jill Biden, e a Shanksville, in Pennsylvania, che si svolgono le principali cerimonie. Mentre il presidente Joe Biden presiederà una cerimonia nella base militare ad Anchorage, in Alaska. 


Cerimonie in tutti gli Stati Uniti
Quel giorno, "eravamo un paese, una nazione, un popolo, proprio come dovrebbe essere. Quella era la sensazione: che tutti si unissero e facessero quello che potevamo, dove eravamo, per cercare di aiutare," ha detto Eddie Ferguson, il capo dei vigili del fuoco nella contea di Goochland in Virginia. Si trova a più di 160 chilometri dal Pentagono e e tre volte tanto lontano da New York. Ma un senso di connessione è racchiuso in un memoriale locale che incorpora l'acciaio delle torri gemelle distrutte del World Trade Center. 

Altre comunità in tutto il Paese rendono omaggio con momenti di silenzio, rintocchi di campane, veglie a lume di candela e altre attività. 

A Columbus, Indiana, gli operatori dei servizi di emergenza sanitaria trasmettono un messaggio commemorativo alla polizia, ai vigili del fuoco e alle radio dei servizi di emergenza sanitaria in tutta la città di 50.000 abitanti, che organizza anche una cerimonia pubblica. 

Boy Scout e Girl Scout alzano e abbassano la bandiera durante una commemorazione a Fenton, Missouri. , dove un "Memoriale degli Eroi" include un pezzo di acciaio del World Trade Center e una targa in onore della vittima dell'11 settembre Jessica Leigh Sachs. 

La contea di Monmouth, nel New Jersey, che ospitava alcune vittime dell'11 settembre, quest'anno ha reso l'11 settembre una festa per i dipendenti della contea in modo che potessero partecipare alle commemorazioni.


Il cardinale Matteo Zuppi: "La pace sia scelta dagli Ucraini con le dovute garanzie"
Il presidente della Conferenza episcopale italiana: "Dobbiamo sempre ricordare l'aggressore e l'aggredito, che però deve trovare una soluzione". Il viaggio in Cina? "Tempi molto lunghi"
 

"Dev'essere una pace, scelta dagli ucraini, con le garanzie, l'impegno, lo sforzo di tutti. E quindi chiaramente quello della Cina è uno degli elementi forse più importanti". Così il cardinale Matteo Zuppi, a margine dei lavori a Berlino, dell'incontro di Sant'Egidio "L'audacia della pace", ha risposto ai giornalisti sulle aspettative della sua missione in Cina. Sui tempi ha ironizzato: "I tempi notoriamente sono eterni, i tempi della Santa Sede e i tempi della Cina sono notoriamente molto lunghi".  Sul 'muro' che esiste nella diplomazia tra l'Ucraina e la Russia, il cardinale presidente della Cei, emissario di pace del Papa, ha sottolineato che "ci sono tante difficoltà, per forza, è una situazione tragica da mesi a questa parte. È chiaro che ci sono tante difficoltà di una situazione che si è creata, dobbiamo sempre ricordare l'aggressore e l'aggredito, che però deve trovare una soluzione". Quanto alle attese per la sua missione a Pechino, dopo quelle a Kiev, Mosca e Washington, Zuppi ha spiegato che sono quelle "di continuare a creare tutte le condizioni e a spingere nell'unica direzione che ovviamente è quella di una pace giusta e sicura. Credo, come si è visto anche recentemente, che serve l'impegno di tutti, in particolare di quelli che hanno maggiore importanza come ovviamente la Cina  - ha aggiunto -. La pace richiede lo sforzo di tutti, non è mai qualcosa che può essere imposto da qualcuno".

Si aggrava Messina Denaro, è in ospedale
E' in una cella, medici preoccupati 


Si sono aggravate le condizioni di Matteo Messina Denaro, ricoverato nella cella per detenuti all'Ospedale San Salvatore dell'Aquila.

Il boss, arrestato il 16 gennaio scorso a Palermo, ha subito un intervento l'8 agosto per una occlusione intestinale. Ma i medici sono preoccupati per il tumore al colon, a uno stadio avanzato, che ha fatto peggiorare le condizioni generali. Messina Denaro è ricoverato da oltre un mese, trasferito dal carcere di massima sicurezza dove si trovava al 41 bis per il suo ruolo di boss mafioso.

Previsioni economiche
Superbonus, Gentiloni: "Fa parte di misure che è giusto eliminare", il punto stampa a Bruxelles
Il commissario Ue parla anche di crescita e patto di stabilità, e poi risponde alle accuse da parte del Governo sul suo presunto disinteresse per la causa italiana in Europa
 

Nella conferenza stampa di presentazione delle ultime previsioni economiche Paolo Gentiloni ha detto che l'Italia potrà reagire positivamente e che la situazione non è più grave rispetto a quella di altri Paesi europei. E poi ha partecipato a un punto stampa con i giornalisti.

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