Rubrica: La Vera Salerno di Rita Peluso 3 Settembre 2023

Salerno della mia infanzia
Ho trascorso la mia infanzia con la nonna materna e gli zii, nella favolosa campagna di Fuorni, con loro sono andata spesso al centro di Salerno, ricordo bene il Corso Vittorio Emanuele fino a Piazza Portanova, l’odore delle caramelle veneziane che invadeva il Corso, i cinema Capitol, Metropolitan, Astra, i negozi, la Standa, l’Upim, Via dei Mercanti, Via Masuccio Salernitano “i Casacavalli”, Via Duomo, ricche di negozi e di tante botteghe artigianali, per me ogni volta un’emozione.
Durante il periodo natalizio tutti i negozi venivano addobbati, ognuno con luci, fili colorati, diversi l’uno dall’altro, una gioia, il Natale si respirava nell’aria. Salerno non aveva bisogno di luminarie industriali costosissime per richiamare i cittadini e i turisti.   
All’età di sei anni sono venuta a vivere a Salerno, la mia scuola elementare la Matteo Mari, ero emozionata sin dal primo giorno di scuola, ho imparato a leggere e scrivere all’età di 4 anni, grazie ad una vicina, una giovane maestra, da poco diplomata, che mi fece da baby sitter, mia madre aveva un negozio. 
Ricordo con affetto e stima l’insegnante che ebbi dalla seconda elementare fino alla quinta classe, Maestra Sabia, non voleva che imparassimo a memoria né la storia, né la geografia, ad ogni testo dovevamo rispondere a domande che stimolavano la nostra curiosità e la voglia di apprendere. Custodisco come un tesoro l’insegnamento della storia di Salerno, prima di iniziare lo studio della storia. Il significato storico del nome Salerno, le sue origini, la venuta degli Etruschi, dei Romani, dei Longobardi, la Scuola Medica Salernitana, la prima donna medico, Salerno Opulenta, lo sbarco degli alleati, Salerno Capitale.    
Viva è la descrizione dei miei genitori di Salerno della loro adolescenza e gioventù. Le lunghe passeggiate con loro o solo con mio padre da Torrione al centro, il nostro lungomare bellissimo, una terrazza sul mare, pulito, pieno di fiori, di verde, aiuole ben curate e guai a calpestarle o cogliere un fiore, arrivava immediatamente un vigile, oltre alle sgridate dei miei genitori, bisognava aver rispetto dell’ambiente circostante.
Le giostre a Piazza della Concordia, la Madonnina con la fontana, pulita e ben tenuta, l’imbarcadero da dove partivano piccoli battelli che portavano turisti e non solo a mostrare le bellezze del nostro golfo, Salerno vista dal mare, il trenino che portava adulti e bambini per tutto il lungomare. Il mio angolo preferito, la fine del lungomare, prima del Jolly Hotel, si allargava in un cerchio, al centro la statua di De Marinis, lì mi sedevo e guardavo i pescatori su Spiaggia Senta Teresa, incantata, Salerno si apriva a ventaglio, sul meraviglioso golfo, successivamente quando ho studiato filosofia, Hegel, ho capito cosa prova lo Spirito di fronte allo spettacolo della Natura. Il parco gioco dei bambini che era lì vicino, con giostrine ben tenute e l’enorme voliera. 
La splendida Villa Comunale, piena di alberi, aiuole, fiori, il laghetto con le papere, la fontana e il chioschetto con l’ottima granita di limone.
Il parco La Carnale, il polmone verde di Torrione, lì in estate noi bambini accompagnati dai genitori passavamo i nostri pomeriggi a giocare, c’erano alberi sempreverdi che erano il ristoro per tanti nelle ore più calde della giornata. La grotta dove ogni anno a Natale c’era il presepe, preparato dai Frati Minimi, Padre Felice, della Chiesa S. Maria ad Martyres. 
Il mare, mio padre ci portava a Torrione dov’è il parco gioco dei bambini, acqua splendida, limpida, i pesci arrivavano fino a riva, nuotavano intorno alle caviglie immerse nell’acqua, la spiaggia pulita, c’era chi faceva i fanghi nella sabbia.
La Salerno della mia infanzia, indimenticabile e bellissima. 
Salerno 3 settembre 2023
Peluso Rita

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