Salerno, “la città possibile, la città giardino, la città dei servizi e la città degli standard a verde".
Obiettivi del Sindaco Giordano, oggi li sento profondamente vivi.
Mi dispiace che all’epoca del suo mandato (1987-1993) ancora non seguivo le vicende politiche della città di Salerno.
Avvertivo da anni, dal mio diploma dell’Istituto Magistrale Alfano I, compreso il quinto anno di idoneità per l’iscrizione all’Università (nel 1978 con il quarto anno delle Magistrali si aveva l’idoneità all’insegnamento sia per la scuola dell’infanzia che alle elementari e accesso al Magistero per il conseguimento della laurea in Pedagogia, era necessario il quinto anno per accedere alle altre facoltà universitarie), che in Italia, purtroppo, vigeva il “clientelismo politico” non la meritocrazia.
Erano gli anni 80, ricordo le lunghe file davanti alle sedi politiche di questo o quel politico per la “raccomandazione”, per il “posto”, per non parlare di quando veniva bandito un concorso pubblico o nel periodo elettorale, senza tralasciare la “Legge 285” (consentiva di accedere al posto pubblico senza concorso, bisognava solo conoscere il politico giusto).
Gli uffici di collocamento, altro “mercimonio politico”, ricordo che mio padre terminate le scuole medie mi iscrisse nelle liste del collocamento (nel caso in cui non avessi voluto continuare gli studi, potevo almeno accedere ad un lavoro….). Con il diploma di maturità, con l’idoneità del quinto anno e diploma di stenodattilografa, mi recai all’ufficio di collocamento, pensavo di avere punteggio in più per poter accedere ad eventuale assunzione, scoprii che non potevo aspirare a nulla che, anzi, ero tra gli ultimi, nonostante fossi iscritta già da cinque anni, chiesi del direttore, il quale mi ricevette per dirmi che se volevo aspirare ad essere tra i primi in graduatoria bastava che portassi un certificato medico che certificasse una qualsiasi “invalidità civile, anche una semplice cefalea, avrei visto il mio nome schizzare in alto e sperare in un’assunzione”.
Era il periodo che in Italia c’erano più invalidi civili che persone sane!
Questo era il clima per noi giovani anni ottanta, non ho voluto ascoltare il Prof. Mario Arcidiacono di filosofia, che invitava noi studenti a non rimanere a Salerno, ma andare al nord (pentita amaramente successivamente per non averlo fatto), mi sono ostinata a voler rimanere a Salerno, mi dicevo “ci deve essere spazio anche per me, è la mia città (oggi non lo consiglierei a nessuno, neanche a mia figlia)”. Ho avuto esperienze lavorative in alcuni studi salernitani, ho iniziata a collaborare come visurista (visure ipotecarie), poi come segretaria in uno studio di associazione professionale di consulenza per gli espropri di pubblica utilità (ho imparato a conoscere bene il catasto e le sue funzioni), successivamente segretaria in uno studio notarile, il Notaio D’Antuono Giovanni di Maiori, il mio maestro, grazie a lui ho completato la mia formazione tecnico-legale-notarile, oggi sono una consulente ipo-catastale, conosciuta professionalmente.
Ho divagato, chiedo scusa, per spiegare che mi sono formata da sola, senza l’aiuto di nessuno, contando sulle mie capacità e forze, oggi mi ritengo “libera”, devo dire solo grazie ai miei “maestri”, ad iniziare dai mie genitori.
La maggior parte dei giovani degli anni ottanta inizio anni novanta, potevamo accedere ad un lavoro, solo “se si aveva conoscenza di…, se si era figlio di…., amico di….”, si è accolto l’inchiesta “Mani Pulite” come la fine di questo “clientelismo”, poveri illusi, fu semplicemente “legalizzato”, furono puniti coloro che davano “fastidio” al “sistema politico emergente”, molti hanno utilizzato l’inchiesta per far fuori “l’antogonista politico.”
“Mani pulite” irruppe anche nell’amministrazione politica della città di Salerno, il Sindaco Giordano Vincenzo, arrestato. Fu un vero terremoto politico in città, il Sindaco riuscì a dimostrare la sua innocenza e fu completamente scagionato, mi è capitato diverse volte di incontrarlo per strada negli anni successivi, lo vedevo con dei fogli in mano, come se avesse voluto raccontare la sua storia, il tradimento subito, il tranello.
All’epoca non seguivo le vicende politiche salernitane, ho salutato “Mani pulite” con entusiasmo, finalmente la pulizia, il riscatto dei cittadini, il riconoscimento del “diritto al lavoro”. Il giorno che ho visto Di Pietro togliersi la toga durante la sua ultima udienza ho capito che era tutto un “bluff”, così come lo sono stati i cosiddetti “paladini della giustizia” che si presentavano alle elezioni.
Dopo la triste vicenda del Sindaco Giordano, il suo vicesindaco si è presentato per le elezioni di sindaco come il “nuovo, l’uomo del fare, del riscatto, della crescita di Salerno…”, come altri l’ho creduto e votato, era il 1993.
Durante il suo primo quinquennio ho capito che erano solo “chiacchiere, balle…”, ho capito che il suo intento era mettere le mani sulla città (dura da trent’anni), far crescere il suo potere politico (il famigerato 70%); la prova, alle elezioni del 1998 ha imposto il nome del suo successore, lui aveva deciso di andare in Parlamento… da quel momento non l’ho più votato.
Negli anni mi sono fatta un’idea sul tradimento subito dal Sindaco Giordano, il Sindaco galantuomo.
Oggi, a Salerno, attendiamo ancora “la città possibile, la città giardino, la città dei servizi e la città degli standard a verde".
Salerno, 8 ottobre 2023
Peluso Rita
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