Autismo: un caso ogni 36 nati negli Stati Uniti. Quali sono le possibili soluzioni?


Secondo i dati del CDC, la prevalenza dell'autismo è in costante aumento negli ultimi anni. Gli esperti suggeriscono interventi precoci, multidisciplinari e personalizzati.
L'autismo è un disturbo dello sviluppo che comporta difficoltà nelle funzioni sociali e comunicative, oltre a comportamenti e interessi ristretti e ripetitivi. Si parla di disturbo dello spettro autistico (ASD) per indicare la grande variabilità dei sintomi e dei livelli di gravità che caratterizzano le persone autistiche.

Secondo i dati dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC), l'agenzia sanitaria statunitense, la prevalenza dell'autismo è in costante aumento negli ultimi anni. Nel 2000, si stimava che un bambino su 150 avesse una diagnosi di autismo. Nel 2016, la cifra era salita a uno su 54. Nel 2018, a uno su 44. E nel 2020, a uno su 36. Questo significa che, negli Stati Uniti, circa il 3% dei bambini ha un disturbo dello spettro autistico.

Quali sono le cause di questo incremento? Gli esperti ritengono che non ci sia una sola spiegazione, ma una combinazione di fattori genetici, ambientali e diagnostici. Tra questi, si possono citare il cambiamento dei criteri diagnostici, l'aumento dello screening precoce, la maggiore consapevolezza dell'autismo tra gli operatori sanitari, i genitori e l'opinione pubblica, il miglioramento dell'accesso ai servizi e alle diagnosi tempestive, le variabili demografiche e geografiche e la possibile influenza di alcuni agenti tossici, inquinanti o infettivi.

Di fronte a questa situazione, quali sono le possibili soluzioni? Gli esperti concordano sull'importanza di intervenire il prima possibile, con un approccio multidisciplinare e personalizzato, che tenga conto delle specifiche esigenze e potenzialità di ogni persona autistica. Tra le terapie più efficaci, si segnalano quelle psicoeducative, basate sull'analisi applicata del comportamento (ABA), che mirano a sviluppare le abilità sociali, comunicative, cognitive e comportamentali dei bambini con autismo, coinvolgendo anche le famiglie e gli insegnanti. Inoltre, si raccomanda di valutare e trattare le eventuali condizioni mediche associate all'autismo, come le disfunzioni metaboliche, immunitarie, endocrinologiche, tossicologiche e gastrointestinali, che possono influire sul benessere e sul funzionamento delle persone autistiche.
Tra i maggiori esperti mondiali di autismo, possiamo citare:

- Francesca Happé, professoressa di neuroscienze cognitive presso il King's College di Londra, direttrice del Sackler Institute for Translational Neurodevelopment e presidente della International Society for Autism Research. Le sue ricerche si focalizzano sulle caratteristiche cognitive, neurali e genetiche dell'autismo, con particolare attenzione alle differenze di genere, all'invecchiamento e alla qualità della vita delle persone autistiche.

- Simon Baron-Cohen, professore di psicopatologia dello sviluppo presso l'Università di Cambridge, direttore del Autism Research Centre e presidente della National Autistic Society. Le sue ricerche si occupano delle origini e delle manifestazioni dell'autismo, con particolare interesse per la teoria della mente, la cognizione sociale, il ruolo degli ormoni e la genetica.

- Lucio Moderato, psicologo e psicoterapeuta, direttore dei servizi diurni e territoriali della Fondazione Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, docente all'Università Cattolica di Milano e padre del modello "Superability". Le sue ricerche si concentrano sulle metodologie di intervento precoce, intensivo e personalizzato per i bambini con autismo, basate sull'ABA e sul coinvolgimento delle famiglie.


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