L'Ascesa dell'Autoritarismo Digitale?
“L'Introduzione dell’Euro Digitale e del Portafoglio Digitale dell'Identità: Possibili Minacce alla Libertà dei Cittadini Italiani”
In un’era sempre più tecnologicamente avanzata, l'introduzione dell’euro digitale e del portafoglio digitale dell'identità, in Europa, e, più di nostro interesse, in Italia, solleva legittime preoccupazioni sulla privacy, sul controllo centralizzato, sulla sicurezza informatica e sull'inclusione finanziaria, e questo solo per citare alcuni aspetti della questione.
Sebbene ad oggi, non esistano fonti specifiche che affrontino direttamente questo scenario, è possibile individuare diversi rischi potenziali basati sulla conoscenza generale e sull’esperienza acquisita tramite le dinamiche sociali e di controllo di massa, avvenute durante la “psicoinfoplandemia” di recentissima memoria.
Citando una vecchia volpe politica ormai defunta “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca!”
L'introduzione del portafogli digitale dell'identità solleva, senza ombra di dubbio, la questione della privacy; l’assoluta tracciabilità e il monitoraggio costante delle informazioni personali, come documenti di identità, codice fiscale, fascicolo sanitario, situazione contributiva, patrimoniale e tributaria, tracciamento degli spostamenti, nello scenario prossimo venturo sarebbero dati che risiedono su server statali e governativi, in condivisione a livello europeo. Tuttavia, questi dati, se da una parte possono essere hackerati, dall’altra, possono essere utilizzati a scopi coercitivi e di controllo, minacciando non solo la riservatezza dei cittadini italiani, ma potenzialmente condizionarne l’intera esistenza.
L'implementazione dell’euro digitale e la conseguente scomparsa della moneta fiat, centralizza il controllo di tutte le transazioni finanziarie, elimina l'autonomia individuale e favorisce al contempo la completa dipendenza dalle autorità centralizzate, creando di fatto la morte della libertà finanziaria. Una riflessione in tal senso emerge dal fatto che i sistemi digitali, da sempre, sono suscettibili a minacce informatiche.
Infatti, basti pensare alla prossima introduzione sul mercato di computer quantistici, capaci di una potenza di calcolo di diversi ordini di grandezza superiore a quelle attuale, che potrebbero rendere hacking e violazioni/furto di dati ultrasensibili un gioco da ragazzi, soprattutto se i protocolli di sicurezza del portafogli digitale dell’identità, come sembra, siano stati impostati sulle tecnologie di penetrazione attuali. Senza adeguate protezioni, quindi, si potrebbe mettere a forte rischio sia le informazioni personali, sia gli asset finanziari dei cittadini italiani.
Ad onore del vero, le valute digitali offrono una convenienza ed una rapidità nelle transazioni e nella gestione dei pagamenti, difficili da ottenere con le metodologie analogiche, va però considerato l’accesso a queste tecnologie: è infatti possibile che alcuni segmenti della popolazione non abbiano accesso o non si sentano a proprio agio nell'utilizzare queste tecnologie, o semplicemente non vogliano utilizzarle, ciò potrebbe portare a un'ulteriore esclusione finanziaria per determinati individui o comunità.
Scendendo ancora più a fondo nell’analisi, ci si impone una approfondita riflessione su un ipotetico scenario in cui i governi, potrebbero sfruttare queste tecnologie per esercitare un controllo senza precedenti sulla popolazione. L'introduzione di un sistema d’identità digitale in sinergia con il completo controllo sulle attività finanziarie degli individui e collegato a un punteggio di credito sociale, porrebbe le basi per una società distopica di orwelliana memoria, che minerebbe alla base le libertà individuali, con gli organi di governo che utilizzano questa incredibile mole di dati personali per monitorare costantemente i cittadini.
I rischi insiti di tale sistema sono evidenti, principalmente però, risiedono nella capacità che tale sistema avrebbe di innescare un’ascesa dell'autoritarismo digitale a livello nazionale e globale; gravissime sono le minacce alla privacy, all'autonomia individuale e ai diritti umani.
In questo scenario, se il controllo di tali informazioni finisse nelle mani sbagliate, un eventuale regime autoritario avrebbe tutti gli strumenti necessari per il controllo della popolazione. I principali sarebbero: tecnologie avanzate di sorveglianza, censura su Internet e manipolazione dei social media. Questi hanno come scopo la consolidazione del potere politico, con la facile individuazione di eventuali dissidenti, così da reprimere la totalità della popolazione.
Si impone una chiamata all’azione: chiediamo all’attuale governo la creazione di una “Think Tank”, coinvolgendo professionisti ed esperti dei vari settori coinvolti, che possano compiere una valutazione approfondita dei rischi coinvolti. Inoltre, sarebbe altrettanto cruciale promuovere e supportare una discussione pubblica informativa per garantire che le misure che si intendono adottare rispettino la privacy, la sicurezza e la libertà dei cittadini.
In un contesto globale in cui gli esempi di autoritarismo digitale sono in costante aumento (basti citare come esempio per tutti, il sistema del credito sociale in Cina), credo che sia fondamentale adottare approcci responsabili, per garantire che le tecnologie digitali siano alleate della libertà e non strumenti di controllo oppressivo.
di Ettore Guarneri
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