Reddito di inclusione: cos’è, come funziona e a chi spetta
La nuova misura di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale sostituisce il reddito di cittadinanza e prevede un sostegno economico e un percorso di attivazione per i nuclei familiari in difficoltà
Il reddito di inclusione (ADI) è una misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli, introdotta dal decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito con modificazioni dalla legge 3 luglio 2023, n. 85. L’ADI sostituisce il reddito di cittadinanza, abolito dallo stesso decreto-legge, e si affianca al supporto per la formazione e il lavoro (SFL), partito il 1° settembre 2023.
L’ADI consiste in un sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, condizionato al possesso di alcuni requisiti e all’adesione ad un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa. Si compone di due parti: una quota A, che integra il reddito familiare fino a una soglia stabilita, e una quota B, che sostiene i nuclei residenti in abitazione concessa in locazione con contratto ritualmente registrato.
Per accedere all’ADI, i nuclei familiari devono avere un indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) non superiore a 9.360 euro e almeno un componente in una delle seguenti condizioni: con disabilità; minorenne; con almeno 60 anni di età; in condizione di svantaggio e inserito in un programma di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione.
L’importo dell’ADI dipende dalla composizione del nucleo familiare e dal reddito disponibile. La quota A varia da un minimo di 190 euro a un massimo di 780 euro mensili, mentre la quota B è pari a 150 euro mensili. Il beneficio è erogato per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per periodi ulteriori di 12 mesi.
Per richiedere l’ADI, i nuclei familiari devono presentare una domanda online sul sito dell’Inps, accedendo con SPID, CNS o CIE, oppure presso gli istituti di patronato o i centri di assistenza fiscale. La domanda può essere presentata dal 18 dicembre 2023. Il beneficio decorre dal mese successivo a quello di sottoscrizione del patto di attivazione digitale del nucleo familiare (PAD), che deve essere stipulato entro 30 giorni dalla presentazione della domanda.
L’ADI è compatibile con le attività lavorative, purché il reddito familiare non superi la soglia di 6.000 euro annui, ovvero di 7.560 euro annui, se il nucleo è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni, ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza. L’ADI è inoltre compatibile con altre prestazioni sociali, come l’indennità di frequenza, l’assegno di cura, l’assegno per il nucleo familiare e l’assegno di maternità.
In caso di disabilità grave con indennità di accompagnamento, il nucleo familiare ha diritto all’ADI se il reddito ISEE è inferiore a 9.360 euro e il reddito familiare è inferiore a 6.000 euro annui. L’importo dell’ADI dipende dalla composizione del nucleo familiare e dalla quota A. Ad esempio, per un nucleo composto da due persone, una con disabilità grave e indennità di accompagnamento e l’altra senza reddito, l’importo dell’ADI è pari a 520 euro mensili (quota A) più 150 euro mensili (quota B), per un totale di 670 euro mensili.
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